Una scuola per Haiti, la scuola del villaggio di Gros-vaud

Nel primo pomeriggio sulle piste che, dalla strada che collega Malpasse a Port au Prince, portano ai villaggi dell’interno si vedono camminare scherzando, giocando tra loro e chiedendoti l’immancabile passaggio sul cassone del pick-up i gruppetti dei bambini che tornano da scuola.

Ciascuno ha una coloratissima divisa che contraddistingue l’istituto che frequenta, il suo zainetto o la sua cartella con i quaderni che ti mostra orgoglioso. Tutto normale, dunque, sino a quando non giungi nel villaggio e scopri che quei bambini sono una sparuta minoranza rispetto a quanti, invece, vivono tra le capanne senza la benché minima istruzione.

Nella Repubblica haitiana, se si escludono poche eccezioni nelle tre città principali – Port au Prince, Jacmel e Cap Haitienne – la scuola pubblica è inesistente; gli istituti scolastici sono tutti a pagamento o costruiti e gestiti da istituzioni religiose – evangeliche, battiste, avventiste, etc – che riservano l’accesso ai figli delle famiglie che abbracciano la relativa religione.

La discriminante per l’accesso all’istruzione, quindi, è il censo o l’appartenenza religiosa e ciò rende drammatica la situazione in un paese caratterizzato dall’estrema povertà, acuita nelle campagne, e dalla radicalizzazione di forme di pratiche religiose di tipo animista.

La spinta a realizzare il progetto una scuola per Haiti nasce pertanto dalla volontà della nostra Associazione di superare le due discriminanti e creare, per i due villaggi di Bois blanc e Gros vaud, una struttura che, una volta ultimata, comprenda una scuola di base – tutte e sei le classi della scuola primaria oltre ad una struttura equivalente ad un asilo prescolare – una scuola di formazione professionale-artigianale ed una struttura sanitaria permanente di base con area di quarantena per le malattie infettive infantili facilmente trasmissibili (morbillo, varicella, forme gastroenteriche, etc) che permetta, inoltre, un monitoraggio continuo sulle condizioni sanitarie dei bambini non solo dei due villaggi ma, come è auspicabile, di tutto il territorio circostante.

Caratteristica basilare delle strutture sarà la fruibilità gratuita per tutti i bambini, la totale laicità dell’insegnamento e la mancanza di alcun requisito di base per l’accesso alla formazione.

Il progetto, che si articola in più anni, prevede non solo la costruzione delle strutture e l’arredo delle stesse ma anche il loro mantenimento, il pagamento degli addetti – rigorosamente haitiani – il sostentamento alimentare giornaliero per tutti i bambini e adolescenti che frequenteranno le scuole e la fornitura dei supporti scolastici e sanitari necessari.

E’ assolutamente indispensabile e necessario che l’insegnamento si svolga nel più totale rispetto della cultura e delle abitudini locali, motivo per il quale l’intervento dell’ Associazione “Una scuola per Haiti” sarà, a regime,  limitato alla supervisione sul corretto uso del denaro affidato al comitato dirigente della struttura ed alla verifica che le condizioni di fruibilità sia rispettate scrupolosamente in un paese in cui corruzione ed abuso di potere sono pratiche, purtroppo, quotidiane.

La scelta di non arrestare l’intervento alla scuola di base nasce dall’esigenza, in uno stato dove l’economia è totalmente disastrata da un tempo immemorabile, di dare la possibilità a generazioni future di apprendere forme di preparazione tecnica di base e di artigianato che sono indispensabili per poter pensare ad una rinascita, non solo economica, del territorio. E’ sufficiente un esempio banale: in un’area ove le sole risorse idriche sono date da pozzi alimentati da pompe manuali, non vi è nessuno in grado di compiere la benché minima e più banale delle riparazioni quale la sostituzione di una guarnizione di gomma usurata dal tempo e dall’uso; è necessario l’intervento (casuale ed assolutamente sporadico) di una squadra di volontari stranieri per ripristinare, magari dopo mesi o anni di inattività, una pompa e ridare acqua ad un intero villaggio.

L’impegno è assolutamente oneroso, sia in termini economici che di impegno di risorse umane poiché le tre strutture avranno una estensione complessiva superiore ai mille m2, dovranno essere dotate di attrezzature consone, sarà indispensabile prevedere la formazione costante degli addetti, sostenerli economicamente e garantire un costante flusso di farmaci e di presidi sanitari.

Una scuola per Haiti non vuole essere solo un sogno o una scommessa ma un esempio di come, partendo dalla base che caratterizza ogni struttura sociale – i bambini – sia possibile realizzare il cambiamento di abitudini e stili di vita. Promuovere la socializzazione, la collaborazione, l’auto-aiuto rappresenterebbe una svolta ad angolo retto rispetto alla modalità di vita dei villaggi haitiani nei quali, quasi in spregio a quanto campeggia scritto sulla bandiera nazionale (l’union fait la force), vige la diffidenza reciproca, l’individualismo esasperato e la rassegnata attesa che siano altri – gli stranieri – a risolvere e migliorare le condizioni di vita.

Restituire dignità ed orgoglio ai discendenti di coloro che, per primi, ebbero la forza di scrollarsi di dosso il giogo della schiavitù conquistando l’indipendenza e la libertà sotto la guida del generale François-Dominique Tuissant L’Overture.

La scuola di base 

La scuola professionale 

Parziale autosufficienza alimentare per la mensa della scuola di base